
Dal Gazzettino di Venezia del 13 Novembre 2001
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VENEZIA Provvedimento senza precedenti del pm di Verona Francesco Rombaldoni dopo l’incendio mortale del 6 novembre del 2000 sull’Intercity per Peschiera del Garda.
Ferrovieri a lezione di sicurezza antifuoco ma anche revisione dei vagoni.
Martedì, 13 Novembre 2001
VENEZIA Provvedimento senza precedenti del pm di Verona Francesco Rombaldoni dopo l’incendio mortale del 6 novembre del 2000 sull’Intercity per Peschiera del Garda
Ferrovieri a lezione di sicurezza antifuoco ma anche revisione dei vagoni
Venezia
Le carrozze a rischio d'incendio potranno tornare a circolare, ma soltanto dopo essere state messe a norma, e a patto che i ferrovieri vadano a lezione di sicurezza. Lo ha disposto il sostituto procuratore di Verona, Francesco Rombaldoni, il magistrato che si sta occupando dell'incendio che, il 6 novembre dello scorso anno, costò la vita a Paola Zanchi, la trentacinquenne veneziana che si trovava a bordo dell'Intercity partito dalla stazione lagunare di Santa Lucia e diretto a Peschiera del Garda, in provincia di Verona, dove prestava servizio come impiegata civile alla scuola di polizia.
A seguito dell'incidente, provocato dal surriscaldamento di un circuito elettrico, non individuato dalla sonda che doveva regolare la temperatura nel vagone, la procura scaligera aveva posto sotto sequestro non soltanto la carrozza coinvolta dall'incendio, ma anche tutti i vagoni "gemelli" in servizio in Italia. In tutti, infatti, i consulenti tecnici del pm, hanno riscontrato lo stesso "vizio": la sonda era montata troppo all'interno dell'alloggiamento, e dunque non era in grado di rilevare gli aumenti della temperatura, e tantomeno di intervenire in maniera idonea. E i materiali impiegati per i sedili non erano antincendio: anzi, in pochi secondi prendevano fuoco, sprigionando fumo in grande quantità. Lo stesso che ha ucciso Paola.
Ora l'Ente Ferrovie si è impegnata a revisionare tutti i vagoni a rischio - complessivamente una ventina - e il pm Rombaldoni ha firmato un provvedimento di dissequestro condizionato: le carrozze potranno tornare in servizio soltanto quando il pericolo sarà stato eliminato. Nello stesso provvedimento, il magistrato ha anche obbligato le Ferrovie a predisporre corsi di formazione per il personale impegnato sui treni, in modo da prepararlo ad agire in maniera adeguata nel caso in cui dovessero ripetersi incidenti some quello dello scorso anno. Un provvedimento con pochi precedenti in Italia.
Nel frattempo l'inchiesta prosegue. Con molte probabilità, il magistrato darà il via fin dalle prossime settimane ad una serie di interrogatori nel tentativo di ricostruire con esattezza l'organigramma delle varie società in cui è stata frazionata l'attività delle Ferrovie, per poter individuare eventuali responsabilità. A chi spetteva il compito di accertare lo stato di funzionamento di quella sonda? Chi si occupava della manutenzione della carrozza della morte, nella quale l'impianto di riscaldamento era difettoso? E ancora, chi si è occupato della scelta dei materiali impiegati per i sedili degli scompartimenti, materiali ritenuti dai consulenti non a norma rispetto alle prescrizioni delle stesse Ferrovie per quanto riguarda la resistenza alle fiamme?
Il legale che tutela gli interessi dei familiari della vittima, l'avvocato Alessandro Rampinelli, si augura che si tratti di accertamenti rapidi, e che l'inchiesta possa concludersi rapidamente.
Per il momento le Ferrovie hanno già liquidato 400 milioni di lire, a titolo di acconto per il risarcimento dei danni. Ma ai genitori di Paola non interessano i soldi: vogliono sapere perchè la figlia è morta. Pretendono di conoscere il nome di chi ha permesso che quell'incendio scoppiasse e si diffondesse con una rapidità tale da non lasciare scampo alla loro ragazza.
Gianluca Amadori